Foglietto settimanale dal 7 al 14 novembre

Guardami: il rumore capriccioso del seduttore

Ci sono persone che, dovunque si trovano, fanno rumore, attirano l’attenzione persino strumentalizzando il bene, usano di tutto pur di essere visti. Persino anche nelle relazioni più significative e intime, il loro scopo è quello di essere visti. Non si prendono cura della relazione e meno che mai dell’altro. L’altro è per loro uno di cui servirsi per essere guardati, non è interessato alla relazione, non gli interessa l’amore, è mosso solo dalla brama di apparire un vincente. Sono persone in genere molto pericolose e dalle quali è bene tenersi lontano.

Gesù nel Vangelo di questa domenica suggerisce di guardarsi da coloro che si comportano così (Mc 12,38): gli scribi a cui Gesù fa riferimento, sembrano corrispondere a questa descrizione del seduttore manipolatore, usano infatti cose buone come la preghiera, le occasioni di predicazione, gli eventi pubblici come i banchetti, addirittura la legge, per raggiungere il loro scopo, quello di essere visti. Si circondano di persone generalmente deboli, perché solo in questo modo possono occupare costantemente la scena.

Al contrario, quelli che amano veramente non fanno rumore, come i due spiccioli che una povera vedova getta nel tesoro del tempio sotto lo sguardo di Gesù. Questa donna rappresenta per Gesù il modello di coloro che sanno giocarsi fino in fondo nelle relazioni, senza trattenere nulla per sé e senza ingannare. La relazione con Dio è in quel momento l’unica cosa su cui la Vedova può contare e allora non esita a coinvolgersi totalmente in quell’amore: il tesoro del Tempio rappresenta il luogo in cui potersi donare a Dio e questa donna lo fa fino in fondo, anche se la sua offerta non fa rumore! Si getta in quella relazione proprio come getta quei due spiccioli nel tesoro, e come da lì a poco, farà Gesù sulla croce: dona sé stesso fino in fondo!

Questo è il linguaggio dell’amore: in una relazione ci stai non per essere visto, ma per consegnarti. Questa vedova in un certo senso anticipa e imita il gesto che Gesù sta per compiere sulla croce, e poco dopo, sempre nel vangelo di Marco, un’altra donna compirà un gesto che possiamo leggere nella stessa logica: a Betania una donna spaccherà un vasetto di alabastro per ungere il corpo di Gesù! Sono immagini di un amore autentico che non si nasconde dietro la manipolazione e il risparmio.

L’amore vero non teme il giudizio né si preoccupa dell’esiguità di quello che può mettere a disposizione nella relazione: le offerte nel Tempio venivano infatti annunciate, in una sorta di processione, durante la quale veniva proclamato ad alta voce il valore dell’offerta. Per i più ricchi era un modo per essere visti, un modo per ostentare la propria ricchezza. Persino la relazione con Dio può essere strumentalizzata per attirare l’attenzione su di sé.

Chi ama non ha paura di rischiare, non teme di rimanere senza nulla per sé. Anche la vedova, della prima lettura, è una donna che si fida, che non pensa prima di tutto a sé, ma si consegna: «Quella andò e fece come aveva detto Elia» (1Re 17,15). Non sappiamo se la vedova elogiata da Gesù avrà avuto la possibilità di continuare a vivere dopo essere tornata a casa, visto che aveva gettato nel tesoro tutto quello che aveva per vivere, ma di certo sappiamo che ha amato fino in fondo così come ha potuto. Davanti a Gesù non conta se siamo riusciti, con la nostra ambizione, ad occupare il primo posto nel banchetto, ma se abbiamo amato fino in fondo! È su questo che saremo giudicati.

Chiediamoci allora: Faccio di tutto per essere visto o mi preoccupo di amare? Alla luce dei gesti delle due Vedove come vivo la mia relazione con Gesù?

XXXII Domenica web

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