Foglietto settimanale dall’11 al 18 Febbraio 2024 – VI Domenica T.O. – Anno B

È meglio se non ti fai vedere! Quando gli altri ti fanno credere che sei sbagliato

Siamo una società che continua a produrre lebbrosi, si parla continuamente di giustizia riparativa, di reintegrare chi ha sbagliato, di promuovere la riconciliazione, eppure la dinamica delle relazioni è sempre più escludente: si va dalla tolleranza zero all’etichetta impietosa che non lascia margini di riabilitazione.

Il libro del Levitico ci presenta una dinamica purtroppo ancora molto attuale dove è l’autorità che stabilisce chi è impuro, chi deve essere messo ai margini, ma è altrettanto fondamentale renderci conto che questo non è il desiderio di Dio!

Davanti al lebbroso, la cui vita sta letteralmente cadendo a pezzi, Gesù invece desidera che sia purificato e anche noi siamo chiamati a desiderare, e a lavorare affinché questi nostri fratelli siano purificati, salvati e reintrodotti alla vita.

Per Gesù la guarigione non è solo un desiderio, ma è Lui stesso che si coinvolge, si avvicina, addirittura tocca il lebbroso. È questa la vicinanza di Dio, che dovrebbe anche essere la vicinanza della Chiesa, nonché lo stile di ogni discepolo. Gesù condivide talmente la nostra vita di peccatori da giungere ad essere considerato Lui stesso un peccatore: Gesù non accusa, non esprime giudizi, ma cerca, vuole e desidera conoscere la persona.

Notiamo inoltre che Gesù chiede al lebbroso di non raccontare la sua guarigione, perché la conoscenza dell’identità di Gesù richiede un cammino: il racconto di un prodigio non è sufficiente ma è impossibile tenere solo per sè la potenza di quello che Dio fa in noi.

Per molti il fatto che Gesù abbia toccato il lebbroso, genera la paura che Egli stesso possa essersi contaminato! Molto spesso le persone vengono emarginate e restano sole perché si pensa sia pericoloso frequentarle. Se ti capita una disgrazia, se sei accusato, se sei sospettato, molto spesso amici e compagni si allontanano perché hanno paura di essere coinvolti nella sventura. Ma questo non è lo stile di Gesù: Gesù si compromette, non si vergona, non ha paura del giudizio.

Il Vangelo di oggi inoltre ci presenta un Dio che non si trova tra la folla, ma nel silenzio e coloro che abitano “quei luoghi solitari”, gli esclusi, gli emarginati, hanno una posizione di privilegio per incontrare Dio, per stare con Lui perché Dio abita quei luoghi non altri.

Chiediamoci allora: Sono uno che giudica, esclude, mette etichette? Quale desiderio ha Dio per me oggi?

VI_Tempo_Ordinario

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