Foglietto settimanale dal 6 al 13 Febbraio

Vai bene come sei! I fallimenti come occasione.

I fallimenti talvolta diventano spinta per ricominciare, aiutano a guardare la nostra vita con più realismo e umiltà. Ciò non toglie che siano anche momenti rischiosi, perché alcuni non trovano il coraggio di reagire e restano schiacciati sotto il peso di un’immagine andata in frantumi.

Il Signore questa domenica vuole entrare nei nostri fallimenti per aiutarci a rileggerli con uno sguardo nuovo, per indicarci che insieme con lui possiamo trasformare le macerie della nostra vita.

Tutto parte da un desiderio di Dio che non viene mai meno: Dio desidera salvare la nostra vita! Sebbene ci fossero due barche ormeggiate alla riva, Gesù sceglie di salire proprio su quella di Simone, l’altra barca non è esclusa, ma entrerà nel disegno di salvezza in un altro modo.

Simone (che sarà detto Pietro), ha pescato tutta la notte senza prendere niente, la notte lo ha messo di fronte al suo fallimento professionale o semplicemente al corso sfavorevoli degli eventi. Ma è proprio quello il momento in cui Gesù decide di entrare nella sua vita: si avvicina a Simone con una richiesta semplice, spostare leggermente dalla riva la barca, in modo da permettergli di parlare alla gente. Piccolo dettaglio molto significativo: Gesù parte da una richiesta quasi banale, per salire sulla barca di Pietro.

Dopo il discorso alla gente, Gesù ha una parola nuova per Simone, una parola per certi versi imbarazzante: “prendi il largo e cala le reti!” Parola per Simone ma che coinvolge anche altri in questo progetto di Gesù.

Prendere il largo vuol dire tornare nel punto più profondo del lago, non restare in superficie, guardare cosa c’è nel profondo della sua vita, nei suoi desideri più autentici.

Ma significa anche tornare nel luogo del suo fallimento: dove, in quella notte, non ha pescato niente. Il Signore ci invita a tornare nei luoghi del nostro fallimento per scoprire che insieme con lui possiamo trasformarli in occasione di crescita.

Simone accetta quell’invito spinto da alcuni dettagli che fanno intuire che quella disponibilità a rischiare non è del tutto immotivata.

 Simone ha già visto l’opera di Gesù, nel capitolo precedente, (guarigione della suocera).

 l’affermazione di Simone, “sulla tua parola…”, fa intuire che le parole di Gesù pronunciate dalla barca alla gente, hanno toccato Pietro, sebbene stesse sistemando le reti.

Certo che per Pietro non è stato facile accettare la proposta di Gesù di “calare le reti”: un pescatore esperto che accetta il suggerimento di andare a pescare dal figlio di un falegname! E poi pescare in pieno giorno? Tutto sembra illogico! Ma è questa la sfida per Simone e per ciascuno di noi.

Simone, in questa pesca abbondante, vive un’esperienza fondamentale: vive il momento in cui Dio si rivela nella sua vita, e per questo ha paura.

Sente Dio talmente vicino che gli chiede di allontanarsi: perché davanti al Signore che si rivela come amico, Pietro si sente peccatore. Questo è il primo passo di ogni cammino di sequela: riconoscere quello che siamo davanti all’amore di Dio.

Davanti alla paura di Simone, Gesù lo rassicura, con un’espressione difficile da capire al momento, una proposta enigmatica: sarai pescatore di uomini!

Simone è un pescatore e tale rimane, Dio non ha alcuna intenzione di distruggere l’identità di Simone. Per Gesù va bene quello che siamo, non ci dice mai che siamo sbagliati o che dobbiamo essere qualcos’altro.

Aggiunge però pescatore di uomini: quello che sei lo vuole valorizzare, metterlo al servizio del Regno di Dio. È il desiderio di Dio per ciascuno di noi: valorizzare quello che siamo! Un desiderio che coinvolge anche altri, che “lasciano le loro barche seguono Gesù”.

Chiediamoci allora: Sono disposto a tornare con Gesù nei luoghi del mio fallimento? Lascio che il Signore metta quello che sono al servizio del Regno di Dio?

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