Foglietto settimanale dal 9 al 16 Luglio 2023 – XIV Domenica T.O.

So tutto io! La presunzione che rende violenti.

La violenza sembra diventata la cifra del nostro mondo ma non è altro che la punta di un malessere molto profondo. Le stesse relazioni diventano sempre più conflittuali; si è violenti non solo con le armi, ma si uccide l’altro anche con le false parole, con il silenzio, manifestando in modo pesante il nostro disprezzo, arrivando al punto di negargli persino il “diritto di esistere”.

Davanti a questo atteggiamento, travestito troppe volte come una giusta rivendicazione dei propri diritti, le letture di questa domenica ci presentano invece l’immagine di un Dio mite che si rivela nell’umiltà di Gesù.

I violenti molto spesso sono quelli che si ritengono sapienti e dotti, ma non sono coloro a cui il Padre rivela le sue cose perché hanno un cuore tutto occupato dal loro io, dalle loro ragioni e dalle loro convinzioni. Per Dio non c’è posto!

Al contrario il Padre si rivela ai piccoli, a coloro che sanno di non valere niente, e proprio per questo capaci di fare spazio nella loro vita a Dio: preferiscono usare la zappa per coltivare la terra piuttosto che brandirla sulla testa dei loro avversari.

Coloro che si ritengono sapienti e dotti sono sempre in gara con la vita per dimostrare quanto sono bravi, e pensano di tracciare un solco migliore nel campo della loro vita senza rendersi conto che alla fine quel giogo, sarà troppo pesante.

Il giogo nella tradizione rabbinica, è l’immagine della legge, del precetto, della norma, la cui osservanza scrupolosa permette di rigare dritto.

Gesù senza togliere l’importanza della legge e del comando, propone un diverso legame per tracciare solchi, magari meno precisi, ma più belli e vitali. Quel giogo è la relazione con lui, che rende la vita più leggera e aiuta a portare i pesi con più dolcezza, liberandosi della competizione, del giustizialismo e dell’arroganza.

Diventa allora necessario chiederci se nel tracciare il solco della nostra vita, preferiamo legarci al giogo del comando, della legge, della norma oppure quello della piena relazione con Gesù. La legge stessa infatti, può essere trasformata in strumento di violenza per condannare l’avversario o anche strumentalizzata per poter vincere il nemico che non sono riuscito a battere in un confronto leale.

Abbiamo ancora molta strada da fare per rendere il nostro mondo uno spazio di pace, ma basilare è capire se siamo davvero convinti di volere camminare in quella direzione.

Forse quel giogo, che ci lega a Gesù, ci spaventa, perché le relazioni sono sempre esigenti e a noi invece piace fare di testa nostra: la legge possiamo strumentalizzarla in nostro favore, ma la relazione con Gesù ci costringe a vivere nella verità.

Chiediamoci allora: sono una persona che cerca di portare pace anche quando richiede una mia presa di posizione? La mia vita di fede è basata sulla relazione con Gesù, o su una “mia” legge?

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