Foglietto settimanale dall’1 all’8 Gennaio 2023

Il cammino che rende madre

Il rapporto viscerale tra la madre e il bambino che porta nel suo grembo, non si cancella nella memoria affettiva, nonostante il taglio del cordone ombelicale che diventa immagine di tutte quelle separazioni che via via segnano la vita della persona. Il nostro modo di relazionarci con il mondo dipende molto da come abbiamo vissuto quel legame fondamentale, per questo quando parliamo di maternità parliamo necessariamente di una relazione: l’essere madre, così come l’essere figlio, dice che la vita ci è stata data da qualcuno, non è nostra, l’abbiamo ricevuta, qualcuno si è preso cura, come ha potuto, di noi.

La solennità di Maria Madre di Dio ci parla di questa relazione: Maria è sempre in relazione con Gesù, suo figlio. Nelle icone orientali, Maria viene quasi sempre rappresentata con il bambino in braccio o incinta, a testimoniare che non è possibile pensare a Maria senza la sua relazione con il figlio. Il testo del Vangelo ci presenta la meraviglia di Maria davanti a suo figlio nel vederlo diventare sempre più separato e diverso da lei. Il vero senso della gratuità è dare la vita senza volerla controllare, donare al figlio anche la libertà: se questo non avviene la relazione si ammala, a volte si distrugge.

Anche Maria è chiamata a fare questo cammino per diventare Madre e Luca ce lo evidenzia attraverso tre tappe: la visita dei pastori (che riferiscono quello che è stato detto loro); la profezia di Simeone (spada che taglia e separa); il ritrovamento di Gesù nel Tempio fra i dottori.

Cammino che racconta la crescita di Gesù che sfugge al controllo di Maria e ritrovato al tempio, luogo dove Maria e Giuseppe non immaginavano di trovarlo, ed è lì che accolgono il fatto che la vita del figlio possa essere quella. A quel punto Maria diventa Madre: si diventa madre o padre quando si è disposti a vedere il proprio figlio laddove non avremmo pensato.

Il percorso di Maria, partito dall’intenzione di custodire il bambino Gesù in maniera vigilante e responsabile, ha subito una svolta: ha capito che il Signore le chiedeva di accogliere quello che Dio continuava a fare in lei e nella vita di suo figlio. È il cammino della fiducia, che non ci toglie la responsabilità, ma ci invita a riconoscere chi è il vero autore della storia.

«Maria meditava queste cose nel cuore» … «sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore» Maria è immagine di una madre orante, che lascia che la preghiera attraversi la sua maternità. Il cuore è la parte più profonda, lo spazio della preghiera e dell’incontro con Dio e Maria raccoglie quello che emerge nella preghiera, ascolta la realtà, ascolta la voce di Dio. Ci insegna che non è necessario conoscere tutti i pezzi, ma mettendo insieme quei frammenti che la vita ci offre, possiamo capire quello che il Signore ci sta dicendo e verso dove sta conducendo la nostra vita.

Luca ci presenta il gesto fondamentale per ogni genitore: dare il nome al figlio, dargli cioè un’identità, ed è grazie al suo nome che possiamo chiamare Gesù, invocarlo, ed è sempre grazie al suo nome che siamo benedetti, ed è nel suo nome che riceviamo ogni grazia.

All’inizio di questo nuovo anno, la liturgia fa risuonare infatti questa parola di benedizione che, da Aronne in poi, si compie nel nome di Gesù. Sotto la protezione di questo nome vogliamo mettere allora ogni giorno, ogni attimo, di questo nuovo anno che ci sta davanti, chiedendo nel suo nome che questo nuovo anno possa essere anzitutto un anno di pace.

Chiediamoci allora: Quale spazio ha Maria nel mio cammino di fede verso Gesù? Desidero imitare l’agire di Maria?

Buon Anno Nuovo!

NataleII

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