Rosanna Virgili commenta Atti 2,1-47

“Il dono dello Spirito Santo genera l’annuncio”

Il testo riporta stralci dell’intervento a voce fatto nella conferenza di domenica 13 gennaio 2019 a Mezzolara. Pur avendo dovuto operare, per ragioni di spazio, numerosi tagli, si è cercato di limitare al massimo gli interventi redazionali. La trascrizione completa può essere richiesta a info@sanlorenzobudrio.it” 

Il testo del capitolo 2 del libro degli Atti è molto lungo e può essere suddiviso in 3 parti:

  • I parte: la discesa dello Spirito Santo o Pentecoste (vv. 1-4)

  • II parte: il discorso che fa Pietro, il primo grande discorso apostolico-kerigmatico, l’annuncio della Parola che inviterà alla conversione e porterà al battesimo più di 3000 persone (vv. 5-41)

  • III parte: un’icona, la prima immagine della comunità cristiana delle origini (vv. 42-46) che è diventata un modello, almeno ideale, della Chiesa; dico almeno ideale perché c’è una parola che crea ancora molta difficoltà, la parola “proprietà”: la Chiesa delle origini aveva cancellato la proprietà; non aveva cancellato le ricchezze perché le ricchezze venivano condivise; non erano poveri anzi erano tutti molto più ricchi perché avevano condiviso i loro beni e non c’era nessuno che mancasse del necessario per vivere

Quindi, all’inizio della vita della Chiesa, c’è una rivoluzione economica: la proprietà è il concepirsi unici; nella comunità cristiana invece, che è il corpo unito della Chiesa, il primato è delle persone, non dell’individuo. Nel mondo antico infatti non esisteva il concetto di individuo ma solo quello di persona e non esiste persona che non sia dentro un intreccio di relazioni. Persino il Dio della Bibbia ha deciso di entrare in relazione e stringere un’alleanza con il suo popolo, che non per nulla si chiama Israele, cioè “seme di Dio”: Israele acquista il suo nome in una relazione …

La Chiesa, dunque, si forma come corpo fisicamente visibile che però ha un’anima …

Lo Spirito è l’anima, è quello che unisce la Chiesa, che la fa nascere; lo Spirito è dinamis, in greco movimento, potenza, forza; lo Spirito è la vita e la vita è movimento, è divenire; gli oggetti non viventi sono statici ma, fin da quando Dio plasmò l’essere umano – ricorderete Gen 2,7 – insufflò la psiche, in greco, o la ruah, in ebraico, cioè lo Spirito: l’essere vivente nasce come dinamismo, non è qualcosa che possiamo semplicemente conservare; così anche la Chiesa è qualcosa che cammina, che si muove, che cambia, che si trasforma, non è qualcosa che dobbiamo difendere; così pure la Fede va annunciata, non difesa. …

La storia del Vangelo secondo Luca inizia nel tempio di Gerusalemme: l’Angelo Gabriele parla al sacerdote Zaccaria dentro al Tempio, ma Zaccaria non crede; l’angelo allora vola via e va a Nazaret; il primo a volare, nell’opera di Luca, è Dio stesso; il Dio del cristianesimo è un Dio che si muove, non un Dio statico … l’angelo di Dio esce dal tempio e va in Galilea, primo viaggio; là troverà una ragazza, poi naturalmente verrà Gesù … Anche il percorso del Vangelo è movimento: Gesù dalla Galilea sale verso Gerusalemme, ancora nel Tempio; dopo che Gesù è risorto ed è apparso ai suoi (cap. 24), i suoi tornano a pregare nel Tempio. Questo è il primo Atto della storia cristiana, la storia di Gesù: c’è già movimento, e questo grande dinamismo lo porta lo Spirito.

Anche nel secondo momento della storia cristiana, secondo Luca, le cose funzionano allo stesso modo: gli Atti cominciano di nuovo a Gerusalemme, questa volta sul monte degli ulivi (At 1,8); c’è ancora Gesù che dice: “Vi manderò il Consolatore, cioè lo Spirito Santo” e poi dice: “Mi renderete testimonianza” – la Fede cristiana o è testimonianza o non è – e ripercorre il volo dell’angelo: “da Gerusalemme, in tutta la Giudea, la Samaria, fino ai confini della terra”.

Nel libro degli Atti la Dottrina cristiana ha un nome: odos, che in greco significa strada, cammino, la testimonianza si porta viaggiando, camminando, uscendo.

Il libro degli Atti è dunque il testo che racconta la nascita della Chiesa: per nascere ci vuole un vento, un uragano … E lo Spirito è vento, pneuma; questo vento dello Spirito richiama l’inizio della Bibbia, la ruah elohim, i primissimi versetti di Genesi: noi diciamo “lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque” ma vento e spirito sono la stessa parola, lo Spirito della vita …Questo tempo di Pentecoste è una nuova Creazione, lo Spirito è uno Spirito di vita.

Ma c’è anche un altro simbolo: il fuoco, queste fiammelle di fuoco … Il fuoco nella Bibbia è l’unico luogo visibile ad Israele, quando camminava nel deserto, del volto di Dio. Il fuoco quindi è Dio stesso, continuamente in movimento, in trasformazione.

Che cos’è dunque lo Spirito? È una potenza che in noi distrugge e costruisce, sradica e pianta, cioè trasforma. La presenza di Dio nella vita del credente non è un’assicurazione sulla vita, è una scomodità, un’urgenza, un morso.

Lo Spirito, il fuoco, sono segni che vengono da dentro, la potenza viene da dentro.

Ma come si può portare lo Spirito Santo? Abbiamo già detto che il Vangelo si annuncia, non si difende e per annunciarlo bisogna studiare tutte le lingue: avete sentito l’elenco dei popoli? sono tutti i popoli del bacino del Mediterraneo …

Allora, la Lettera era il mezzo più moderno che permetteva di raggiungere luoghi lontani. Evangelion è un termine legato proprio a chi porta le lettere, il messaggero che portava buone notizie. Il Whatsapp di oggi. Il cristianesimo, volendo raggiungere i confini del mondo, utilizza i mezzi più agili, più moderni: oltre alla lettera anche una lingua, non più quella originaria di Gesù, ma il Greco, l’inglese di allora.

La Chiesa si fonda sulla capacità di tradurre la lingua di Dio, la lingua dello Spirito. Lo Spirito ci insegna a tradurre ma, per tradurre, bisogna conoscere la lingua del nostro interlocutore: questo è il dono dello Spirto, questa è la Pentecoste!

La lingua della Chiesa però non è una lingua di potere, ma d’amore, di relazione, di comunicazione vera, di dialogo; è una lingua che, prima di formularsi come parola, deve essere capace di ascolto; la lingua della Bibbia è una lingua dialogata. Papa Francesco lo dice continuamente: il primo atto della comunicazione è l’ascolto.

Quindi la Pentecoste è …la nostra vita, la vita della Chiesa e ci chiede sempre di metterci in cammino.

L’insegnamento degli Apostoli si basa sulla testimonianza della “koinonia”, la comunione fatta prima di tutto di cuore. È vero: la comunità cristiana ha uno stile che non si improvvisa, bisogna impararlo, bisogna lavorarci … Chi sta fuori vede lo stile! la sensibilità, la facilità con cui noi si è pronti a piangere e non a sputare contro l’altro! questo è lo stile! si è pronti ad imparare e non a dettare … È perfetto questo quadro: condividevano i loro beni e “ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio”….

Ora vorrei dirvi come finiranno gli Atti. Abbiamo già detto che cominciano a Gerusalemme, poi abbiamo citato Cesarea, Efeso, e già siamo fuori dalla Palestina … Ma dove finiscono gli Atti? Questo dinamismo porta fino … ad un monolocale a Roma.

Ma è a Malta che c’è l’inclusione di questo testo che abbiamo letto: siamo partiti da Gerusalemme, Atti 2, lì c’era un fuoco, il fuoco dello Spirito, e con Paolo naufrago arriviamo a Malta, all’inizio del cap. 28, dopo tutto questo grande viaggio, il viaggio che il Signore gli ha chiesto di fare, e c’è un altro fuoco, quello che i Maltesi, “avevano acceso per noi”.

Ecco uno dei due pilastri della nostra civiltà: seppellire i morti ed accogliere gli ospiti.

Il libro degli Atti, la nostra Fede, sta tra due fuochi: il fuoco dello Spirito ed il fuoco dell’Accoglienza; anche noi, anche gli Apostoli, hanno avuto bisogno di essere accolti.

Ecco la registrazione della conferenza della Professoressa Rosanna Virgili.

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