Avvisi S.Lorenzo – 23.01.22

L’inizio del Vangelo di Luca (che leggeremo nel corso di questo anno), nel suo “racconto ordinato”, in continuità con quanto abbiamo ascoltato da Giovanni domenica scorsa (ricordate? … le nozze di Cana, “il primo dei segni” compiuti da Gesù), mostra il primo manifestarsi di Gesù, ancora in Galilea ma questa volta a Nazaret, la sua città, con le impegnative parole: “oggi [in me] si è compiuta questa scrittura!

In questa giornata celebriamo anche la Domenica della Parola che abbiamo voluto ricordare con il Messaggio che il nostro vescovo Matteo ci ha voluto rivolgere ed in cui ci invita “a portare la Parola di Dio in processione, proprio come l’Eucarestia … In realtà la vera adorazione è portarla con sé …” nella vita

Riproponiamo poi l’invito a compilare il Questionario “Una comunità in ascolto” di cui riportiamo ancora il link: https://forms.gle/ZLF3WDwpDxbBdv4N6

Perché l’ascolto sia vero abbiamo davvero bisogno di ricevere le vostre risposte e proposte … ci diamo ancora pochi giorni.

Infine è ormai ufficiale: fra Giacomo il 20 febbraio riceverà l’ordinazione a Diacono, a lui un augurio speciale e, come dice sempre papa Francesco, “mi raccomando, pregate per me!” e, in questo caso, anche “per lui”

E noi vi salutiamo con le parole del libro di Neemia (I lettura) con cui concluderemo anche domani la messa: “Non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza!”

Buona Domenica!

23 gennaio – III Domenica per annum

Dal libro di Neemìa (8,2-4.5-6.8-10)

In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza. Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore. I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura. Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».

Dal Salmo 18 – Rit.: Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (12,12-30)

Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?

Dal Vangelo secondo Luca (1,1-4; 4,14-21)

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Papa Francesco – Angelus 24.1.2016

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nel Vangelo di oggi, l’evangelista Luca prima di presentare il discorso programmatico di Gesù a Nazaret, ne riassume brevemente l’attività evangelizzatrice. È un’attività che Egli compie con la potenza dello Spirito Santo: la sua parola è originale, perché rivela il senso delle Scritture; è una parola autorevole, perché comanda persino agli spiriti impuri e questi obbediscono (cfr Mc 1,27). Gesù è diverso dai maestri del suo tempo: per esempio, non ha aperto una scuola per lo studio della Legge, ma va in giro a predicare e insegna dappertutto: nelle sinagoghe, per le strade, nelle case, sempre in giro! Gesù è diverso anche da Giovanni Battista, il quale proclama il giudizio imminente di Dio, mentre Gesù annuncia il suo perdono di Padre.

Ed ora immaginiamo di entrare anche noi nella sinagoga di Nazaret, il villaggio dove Gesù è cresciuto fino a circa trent’anni. Ciò che vi accade è un avvenimento importante, che delinea la missione di Gesù. Egli si alza per leggere la Sacra Scrittura. Apre il rotolo del profeta Isaia e prende il passo dove è scritto: “lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio” (Lc 4,18). Poi, dopo un momento di silenzio pieno di attesa da parte di tutti, dice, tra lo stupore generale: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato” (v. 21).

Evangelizzare i poveri: questa è la missione di Gesù, secondo quanto Lui dice; questa è anche la missione della Chiesa, e di ogni battezzato nella Chiesa. Essere cristiano ed essere missionario è la stessa cosa. Annunciare il Vangelo, con la parola e, prima ancora, con la vita, è la finalità principale della comunità cristiana e di ogni suo membro. Si nota qui che Gesù indirizza la Buona Novella a tutti, senza escludere nessuno, anzi privilegiando i più lontani, i sofferenti, gli ammalati, gli scartati della società.

Domandiamoci: che cosa significa evangelizzare i poveri? Significa anzitutto avvicinarli, significa avere la gioia di servirli, di liberarli dalla loro oppressione, e tutto questo nel nome e con lo Spirito di Cristo, perché è Lui il Vangelo di Dio, è Lui la Misericordia di Dio, è Lui la liberazione di Dio, è Lui chi si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà. Il testo di lsaia, rafforzato da piccoli adattamenti introdotti da Gesù, indica che l’annuncio messianico del Regno di Dio venuto in mezzo a noi si rivolge in modo preferenziale agli emarginati, ai prigionieri, agli oppressi.

Probabilmente al tempo di Gesù queste persone non erano al centro della comunità di fede. Possiamo domandarci: oggi, nelle nostre comunità parrocchiali, nelle associazioni, nei movimenti, siamo fedeli al programma di Cristo? L’evangelizzazione dei poveri, portare loro il lieto annuncio, è la priorità? Attenzione: non si tratta solo di fare assistenza sociale, tanto meno attività politica. Si tratta di offrire la forza del Vangelo di Dio, che converte i cuori, risana le ferite, trasforma i rapporti umani e sociali secondo la logica dell’amore. I poveri, infatti, sono al centro del Vangelo.

La Vergine Maria, Madre degli evangelizzatori, ci aiuti a sentire fortemente la fame e la sete del Vangelo che c’è nel mondo, specialmente nel cuore e nella carne dei poveri. E ottenga ad ognuno di noi e ad ogni comunità cristiana di testimoniare concretamente la misericordia, la grande misericordia che Cristo ci ha donato.

Diocesi di Bologna – Messaggio del Card. Arcivescovo per la Domenica della Parola 23 gennaio 2022

Come è noto Papa Francesco ha voluto arricchire il nostro anno liturgico di due celebrazioni particolari: la domenica nella quale si celebra la Giornata Mondiale dei Poveri e quella della Parola, la Terza del Tempo ordinario. Sono intimamente legate. Gesù è venuto ad annunciare il lieto annunzio ai poveri, li proclama beati e si identifica con loro tanto che qualsiasi cosa faremo ai poveri, l’abbiamo fatta a Lui. Corpus Domini nell’Eucarestia e Corpus Pauperum, che dobbiamo conoscere, amare, discernere, venerare proprio come con l’Eucarestia. Che cosa porta metterci in “adorazione” di fronte al povero come facciamo davanti al tabernacolo?

Nella domenica della Parola ci mettiamo in “adorazione” del Verbum Domini, la parola di quel Corpo che lo completa, perché è tutt’altro che muto. Dovremmo portare la Parola di Dio in processione, proprio come l’Eucarestia. In realtà la vera adorazione è portarla con sé – come i Vangeli che Papa Francesco distribuisce a Piazza San Pietro raccomandandosi di portarli in tasca – leggerla, perché è lampada per i nostri passi, metterla in pratica perché tanti la riconoscano da come noi amiamo. Possiamo ritrovarci intorno ad essa, riprendendo la Lectio Divina, anche nelle nostre case, sia per guidare la fraternità che essa genera sia per ascoltarla e pregare assieme. E la preghiera si nutre della Parola. La Parola è luce perché ci fa sentire l’amore di Dio e ci insegna a vedere noi stessi e gli altri: rende tutto bello, perché tutto è amato. Il Verbo si è fatto carne. Carne! E noi lo rendiamo astratto, virtuale, generico, fuori della storia?

“Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5). È quello che ci suggerisce sempre la madre Chiesa, che vuole che la festa non finisca e le nozze siamo eterne, come l’alleanza di Gesù, “nuova ed eterna”. “Qualsiasi cosa vi dica” significa un ascolto vero, non selettivo, come degli assetati che cercano l’acqua che li fa vivere, come dei bambini che imparano ascoltando e sanno che le parole del Padre sono sempre di amore e per questo le prendono sul serio. Sono le tre “P” di cui parlò Papa Francesco proprio qui a Bologna: Pane del Corpo di Cristo, Parola di quel corpo e Poveri ai quali cosa facciamo la facciamo a Gesù. In realtà ognuna delle tre P aiuta a vivere l’altra e ognuna possiamo capirla solo unita all’altra. La Parola è pane che ci nutre perché “non di solo pane vive l’uomo” e chi si nutre della Parola del Signore sa ascoltare il prossimo.

“Fatela”. La Parola vuole diventare concreta perché viene da un Dio concreto, non virtuale. È un padre che parla, non un ente, un codice, un guru! Dipende da noi l’incarnazione: se apriamo la porta a Lui che bussa! Quante volte pensiamo di conoscere Dio senza ascoltarlo e di potere essere cristiani senza “fare” la Parola! Solo quando la mettiamo in pratica la capiamo veramente e conosciamo intimamente Dio. Il Vangelo è l’Epifania di Dio ed è efficace, seme che genera amore. Non è una delle tante interpretazioni che collezioniamo e nutrono il nostro io; piuttosto ci spiega chi siamo davvero perché, come scrive S. Agostino, Dio è più intimo al nostro cuore di noi stessi! Ci spiega il nostro io ma non ci lascia soli, perché ci riempie del suo amore. Non è per pochi, tanto che i piccoli la comprendono e “rende saggio il semplice” ed ascoltarla è una chiamata. È spirituale eppure ci aiuta a capire il mondo che viviamo. È un seme che ha bisogno della nostra terra per crescere.

Per aiutarci a vivere quest’anno la Domenica della Parola vi trasmetto alcune proposte che possono coinvolgerci in modi diversi.

Una riguarda le parrocchie, le comunità, le famiglie, le aggregazioni o i singoli. Consiste nella lettura integrale di un libro del Nuovo Testamento, a scelta, nel luogo e nel momento che ciascuno potrà ritenere più opportuno e adatto alle proprie esigenze.

Un segno Diocesano per tutti lo vivremo in Cattedrale e prevede due momenti:

dalle ore 13,30 alle 17,30 Proclamazione del Vangelo di Luca interamente.

È stato scelto il Vangelo che ci accompagna nelle domeniche di questo anno liturgico.

Tutti possono partecipare e dare la propria adesione per la lettura in Cattedrale facendo riferimento a Don Francesco Scimè mail: scime.francesco@gmail.com – cell. 3387799262;

alle 17,30 Messa con l’istituzione dei lettori da me presieduta.

L’ufficio liturgico diocesano ogni domenica offre validi sussidi per la preghiera personale, familiare e comunitaria, che possono essere reperibili sul sito dell’ufficio https://liturgia.chiesadibologna.it/; inoltre rimanda ai suggerimenti contenuti nella Nota della Congregazione per il Culto Divino per la domenica della Parola che meritano di essere ricordati, integrati da alcune proposte dello stesso ufficio e di quello catechistico, che intendono dare attuazione pratica alle indicazioni della Nota.

Apriamo dunque il nostro cuore al Vangelo ed il nostro cuore si aprirà all’amore. Esdra, proprio come facciamo noi nella Santa Liturgia della Domenica, “aprì il libro in presenza di tutto il popolo poiché stava più in alto” (Neemia 8, 1ss). È vero: la Parola di Dio ci aiuta ad alzarci da noi stessi; è in alto perché viene dal cielo e deve essere più in alto di tutte le nostre parole; ci aiuta ad alzarci dalla nostra miseria. Neemia disse: “Non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza!” (Neemia 8,10). Sì, la gioia del Signore che parla a noi, a me, è la nostra forza, perché è una Parola che suscita energie di amore. “Quando teniamo il Vangelo tra le mani, dovremmo pensare che vi abita il Verbo che vuol farsi carne in noi, impossessarsi di noi, perché con il suo cuore innestato sul nostro, con il suo spirito inserito nel nostro spirito, noi ricominciamo la sua vita”, scriveva Madelein Delbrel.

Bologna, 13 gennaio 2022                                              + Matteo Card. Zuppi Arcivescovo

Calendario parrocchiale

18-25 Gennaio Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani

Nei giorni feriali alle ore 8:00 Preghiera per l’Unità dei Cristiani

Giovedì 20 San Sebastiano, martire, copatrono della parrocchia – Solennità
Venerdì 21 Sant’Agnese, martire
Domenica

23 Gennaio

III Domenica del Tempo Ordinario – Domenica della Parola

“Oggi si è compiuta questa scrittura”

ore 15:30 Incontro di preghiera della Fraternità dei Servi di Maria

ore 17:00 Rosario e Vespri

Domenica 23 Gennaio tutti gli aderenti all’Azione Cattolica sono invitati a partecipare alla Messa delle ore 11:15 a Vedrana per celebrare insieme la festa dell’Adesione

Lunedì 24 San Francesco di Sales, vescovo
Martedì 25 Conversione di San Paolo, apostolo – Festa
Mercoledì 26 Santi Timoteo e Tito, vescovi
Venerdì 28 San Tommaso d’Aquino, dottore della Chiesa

ore 20:30 Sesto incontro del Corso di preparazione al Matrimonio

Sabato 29 ore 11:00 Battesimo di Adam
Domenica

30 Gennaio

IV Domenica del Tempo Ordinario

“Gesù, come Elia ed Eliseo, è mandato non per i soli Giudei”

Lunedì 31 San Giovanni Bosco, sacerdote